giovanni bertuccio - Corpi in Rivolta
Corpi in Rivolta
Teatro Queer negli anni Settanta
giovanni bertuccio
Descrizione
Gli anni Settanta italiani vedono emergere nuove forme di teatro politico e sociale. Dai Gruppi teatrali di base, impegnati a portare in strada le contraddteizioni quotidiane di sesso, famiglia e lavoro, al atro femminista di La Maddalena e del Centro femminista di Padova, il palcoscenico diventa uno strumento di rivendicazione e sperimentazione culturale. L’ironia, la parodia e la musica accompagnano le lotte sociali, dai diritti delle donne alla libertà sessuale.Ciro CascinaDalla tradizione orale dei femminielli napoletani al teatro di strada e ai locali gay di Napoli, Cascina trasforma i monologhi di Franca Valeri e le proprie improvvisazioni in azioni politiche e sociali. La Madonna di Pompei diventa un cult della comunità queer italiana, unendo umorismo, camp, travestitismo e impegno politico in una forma teatrale innovativa.Mario MieliFigura iconica e radicale, Mieli porta il concetto di queer camp nelle piazze, nei festival, nelle televisioni e nei teatri. Attivista, performer e teorico, Mieli sfida gli stereotipi, spinge sull’eros libero e sul cambiamento dei ruoli sociali. Dalle azioni performative alle parole di Vaffanculo… ebbene sì! e Elementi di critica omosessuale, Mieli diventa il capostipite del movimento queer italiano.Le PumitrozzoleDalla nascita dei C.O.P. al K.T.T.M.C. & C., il gruppo teatrale en travesti propone cabaret politico-surrealista, audace e ironico. Con spettacoli come Pissi Pissi Bao Bao e Crisco o la difficoltà di essere omosessuali in Siberia, il collettivo ridefinisce la performance queer e la critica sociale nelle scene underground degli anni Settanta e Ottanta.Alfredo CohenPioniere del teatro politico omosessuale, cabarettista e cantautore, Cohen unisce didattica e spettacolo, portando in scena la figura della “mezzafemmena” abruzzese come nuovo tipo teatrale. Tra monologhi, spettacoli e canzoni prodotte con Franco Battiato e Giusto Pio, il suo lavoro denuncia l’omologazione della comunità LGBT e mantiene viva una memoria culturale profonda, radicata nella tradizione e nella provincia italiana.
